Cresce la richiesta di installazione di telecamere di videosorveglianza in case, luoghi pubblici e privati in risposta all’esigenza di sentirsi sempre più protetti e al sicuro all’interno delle proprie abitazioni. L’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali ha individuato alcune regole per rendere l’installazione e l’utilizzo delle telecamere conformi alle norme sulla privacy.
Scopri cosa c’è da sapere.
Cosa dice la normativa sulla videosorveglianza in case e luoghi privati?
Nell’ambito delle attività di carattere personale o domestico, si possono attivare sistemi di videosorveglianza a tutela della sicurezza personale o dei propri beni senza alcuna autorizzazione e formalità, se ci si attiene a queste regole:
- Le telecamere possono riprendere solo aree di propria esclusiva pertinenza;
- Devono essere attivate misure tecniche per oscurare porzioni di immagini in tutti i casi in cui, per tutelare adeguatamente la sicurezza propria o dei propri beni, sia inevitabile riprendere parzialmente anche aree di terzi;
- Nei casi in cui sulle aree riprese insista una servitù di passaggio in capo a terzi, sia acquisito formalmente (una tantum) il consenso del soggetto titolare di tale diritto;
- Non possono essere riprese aree condominiali comuni o di terzi;
- Non possono essere riprese aree aperte al pubblico (strade pubbliche o aree di pubblico passaggio);
- Le immagini riprese non possono essere comunicate a terzi o diffuse.
Pertanto, l’angolo visuale delle riprese deve essere limitato ai soli spazi di propria esclusiva pertinenza, escludendo ogni forma di ripresa, anche senza registrazione di immagini, relativa ad aree comuni (cortili, pianerottoli, scale, parti comuni delle autorimesse) e a zone di pertinenza di soggetti terzi. È vietato altresì riprendere aree pubbliche o di pubblico passaggio.
Per quanto riguarda l’uso di telecamere casalinghe e smart cam, installate nella propria abitazione per finalità esclusivamente personali di controllo e sicurezza, i dipendenti o collaboratori eventualmente presenti (babysitter, colf, ecc.) devono essere informati dal datore di lavoro. Deve essere escluso il monitoraggio di ambienti che ledono la dignità della persona (come bagni), proteggere adeguatamente i dati acquisiti (o acquisibili) tramite le smart cam con idonee misure di sicurezza, in particolare quando le telecamere sono connesse a Internet, e non diffondere i dati raccolti.
Cartello area videosorvegliata: quando serve?
Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati UE 2016/679 (noto anche come “GDPR”) stabilisce l’obbligatorietà del cartello di area videosorvegliata anche in case e luoghi privati nei casi in cui la videosorveglianza sia affidata a enti terzi, come Istituto di Vigilanza Coopservice, che offre la possibilità di monitorare in tempo reale e con un’alta definizione ciò che accade a distanza, garantendo una risposta rapida ed efficace in caso di emergenza grazie al collegamento con le 10 Centrali Operative presenti sul territorio.
Il cartello di area videosorvegliata deve essere a norma sia per formato sia per posizionamento, deve essere visibile in ogni condizione ambientale e di illuminazione, riportando le caratteristiche specifiche dell’impianto di videosorveglianza.
Ai sensi del GDPR e del provvedimento Garante privacy del 08/04/2010, è necessario che il cartello preveda le seguenti indicazioni:
- Titolare del trattamento;
- Responsabile della protezione dei dati (RPD o DPO ove applicabile);
- Responsabile del trattamento;
- Finalità per le quali le immagini vengono registrate;
- Tempi di conservazione delle immagini.
Il simbolo della telecamera deve essere presente sul cartello per indicare la presenza di sistemi di videosorveglianza, ben riconoscibile e posizionato accanto alla scritta “area videosorvegliata”. I cartelli di videosorveglianza servono a informare sia i soggetti ripresi all’ingresso dell’area sorvegliata, sia a dissuadere potenziali criminali dal compiere un’intrusione o un furto.
Nei condomini, per evitare di violare la privacy in aree di pertinenza comune, è necessario posizionare adeguatamente i cartelli segnaletici. La presenza di videocamere in aree condominiali prevede che la maggioranza dei proprietari sia favorevole, anche se ogni singolo condomino ha la facoltà di decidere liberamente se dotare la propria abitazione di tali dispositivi.
La mancata o erronea affissione del cartello di area videosorvegliata (nei casi in cui è obbligatorio) comporta una sanzione amministrativa fino a 36.000 euro.
Acquisizione immagini videosorveglianza: chi può farlo?
In conformità al D.M. 269/2010, l’attività di videosorveglianza fornita da Istituto di Vigilanza Coopservice è gestita solo da personale qualificato come Guardia Particolare Giurata, nel pieno rispetto delle normative sulla privacy attualmente vigenti.
Ai sensi del GDPR le immagini registrate non possono essere conservate più a lungo di quanto necessario per le finalità per le quali sono acquisite: in via generale, gli scopi legittimi della videosorveglianza sono la sicurezza e la protezione del patrimonio, per cui è possibile individuare eventuali danni entro uno o due giorni. I dati raccolti dalle telecamere devono essere protetti adeguatamente: le registrazioni devono essere crittografate e conservate solo per il tempo strettamente necessario.
Come installare un impianto di videosorveglianza a norma di legge in case e luoghi privati?
La nostra esperienza e competenza nell’installazione e manutenzione dei sistemi di sicurezza per la casa, combinata con la professionalità dei nostri operatori di vigilanza, ci permettono di offrirti un servizio completo, 24 ore su 24. La tua sicurezza è la nostra priorità e lavoriamo duramente ogni giorno per garantirla.
Affidare la videosorveglianza a Istituto di Vigilanza Coopservice comporta numerosi vantaggi: oltre alla vigilanza costante e mirata della proprietà, rientra tra le mansioni dei nostri operatori qualificati la gestione attiva delle emergenze in caso di situazioni critiche e la verifica del funzionamento dei sistemi di collegamento, per un intervento tempestivo in caso di anomalie tecniche.
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